Legenda
Il percorso denominato “Via dei Santi” include 11 Comuni, dislocati tra le Colline Alfieri, dal nome della potente casata astigiana che ne ebbe la proprietà in passato, e le Terre dei Santi, in cui nacquero e operarono importanti figure della religiosità locale ma anche di fama planetaria, a cominciare da San Giovanni Bosco.
Non a caso quest’area del Monferrato è particolarmente ricca di piloni votivi, costruiti dagli abitanti soprattutto tra il Settecento e i primi anni del Novecento, per ricordare una grazia ricevuta o per scongiurare la grandine e la peste.
Nello specifico, l’Itinerario in oggetto si collega alla figura di San Giuseppe Marello, fondatore degli Oblati, i cui parenti paterni erano originari di San Martino Alfieri. Il Santo, nato a Torino nel 1844, vi trascorse il periodo dell’infanzia, fino al ritorno della sua famiglia in città. Entrato al Seminario di Asti e miracolosamente sopravvissuto al tifo, venne ordinato sacerdote nel 1868 iniziando, da quel momento, la sua attività di “santo sociale”, sul modello di Don Bosco. Dedicò la sua vita in modo assiduo all’aiuto dei ragazzi e dei più poveri e fondò ad Asti l’Ordine degli Oblati di San Giuseppe. Nominato Vescovo di Acqui Terme nel 1888, morirà improvvisamente nel 1895, a soli 50 anni di età..
Verrà beatificato nel 1993 e infine dichiarato Santo nel 2001 da Papa Giovanni Paolo II.
Costeggiando il fiume Tanaro, con questo percorso si sfiora il confine con le rocche del Roero, dove fanno capolino i filari di Arneis e Nebbiolo. Lungo il tragitto si incontrano la cittadina storica di San Damiano, il castello di San Martino Alfieri, il borgo di Antignano, i ciliegi di Revigliasco e le cappellette di Celle Enomondo.
Salendo verso Asti, ecco il maniero di Monale, i noccioleti di Castellero, la pieve romanica di Tigliole, il murales di Cortandone e i vigneti di Freisa di Roatto.
Un itinerario dove i dolci saliscendi collegano aree boschive e coltivate senza soluzione di continuità, regalando un’immersione nella cultura locale a 360 gradi.
Scopri l'itinerario escursionistico
L’itinerario Via dei Santi è composto da 10 tappe, incluse le varianti, i cui dati sono visibili sul portale Piemonte Outdoor.
Tappa 1 San Martino Alfieri – Celle Enomondo Fraz. San Pancrazio
Tappa 1A San Martino Alfieri – Ponte sul Tanaro
Tappa 1B Bivio Tappa 1 presso Rio Cravina – Celle Enomondo Fraz. San Pancrazio
Tappa 1C Lavezzole – San Damiano d’Asti
Tappa 2 Celle Enomondo San Pancrazio – Tigliole Fraz. San Carlo
Tappa 2A Tigliole ponte sul Triversa – Bivio Tappa 3 presso Valleandona
Tappa 3 Tigliole Fraz. San Carlo – Cortandone
Tappa 3A: Baldichieri d’Asti – Castellero
Tappa 3B Bivio Tappa 3 presso Rio di Monale – Monale
Tappa 3C Cortandone – Roatto
Numero di tappe (con varianti) 10 |
Lunghezza totale 30,70km |
Microaree interessate
- N. 1 – Rocche del Tanaro
- N. 2 – Valle del Borbore
Comuni interessati dall’itinerario
Si segnala che i nuclei storici di San Damiano d’Asti e Tigliole, entrambi di notevole interesse storico e architettonico, non vengono direttamente attraversati dall’Itinerario di Piemonte Outdoor ma sono facilmente raggiungibili attraverso brevi deviazioni dal percorso principale.
Comune di Tigliole (AT)
Piazza Vittoria, 314016 Tigliole, (AT)Telefono: +39 0141 667003Email: tigliole@comune.tigliole.at.itTigliole è un comune italiano di 1 713 abitanti della provincia di Asti in Piemonte. Ogni anno, all'inizio di giugno, si svolge la fiera bovina denominata "Stelle in...
Comune di San Martino Alfieri (AT)
Piazza Caduti, 314010 SAN MARTINO ALFIERI (AT)Telefono: 0141 976123Email: protocollo@comune.sanmartinoalfieri.at.itPaese dell'Alto Monferrato, posto in una posizione collinare, situato a 257 metri di altezza sul livello del mare, in provincia di Asti, si estende su...
Comune di San Damiano d’Asti (AT)
Piazza Libertà, 214015 San Damiano d'Asti (AT)Telefono: 0141 975056San Damiano d'Asti è un comune italiano di 8 221 abitanti della provincia di Asti in Piemonte. Situato a 15 km dal capoluogo provinciale (Asti), a 45 da quello regionale (Torino) e 50 km da Cuneo, il...
Comune di Roatto (AT)
Piazza Piemonte, 214018 Roatto (AT)Telefono: 0141 938114Email: comuneroatto@libero.itRoatto è un comune italiano di 374 abitanti della provincia di Asti in Piemonte. Il comune fa parte della comunità collinare Valtriversa.Documenti scaricabili[download-attachments...
Comune di Revigliasco d’Asti (AT)
Piazza Vittorio Alfieri, 114010 Revigliasco d'Asti (AT)Telefono : +39 0141-208191E-mail: segreteria@comune.revigliasco.asti.itRevigliasco d'Asti è un comune italiano di 779 abitanti della provincia di Asti in Piemonte. Noto in tutto il mondo per le ciliegie ed il...
Comune di Monale (AT)
Piazza Vittorio Emanuele II, 114013 Monale (AT)Telefono: 0141 669131Email: info@comune.monale.at.it Monale è un comune italiano di 1 001 abitanti della provincia di Asti in Piemonte.Documenti scaricabili[download-attachments container="div" title="Allegati"...
Comune di Cortandone (AT)
Via della Costa, 3914013 Cortandone (AT)Telefono: 0141 669219Email: info@comune.cortandone.at.it Cortandone è un comune italiano di 308 abitanti della provincia di Asti situato nelle colline del Monferrato. Il capoluogo è collocato nella destra idrografica della...
Comune di Celle Enomondo (AT)
Via Roma, 3014010 Celle Enomondo (AT)Telefono: 0141 205130Email: anagrafe@comune.celleenomondo.at.itCelle Enomondo è un comune italiano di 470 abitanti della provincia di Asti in Piemonte.Documenti scaricabili[download-attachments container="div" title="Allegati"...
Comune di Castellero (AT)
Piazza Giuseppe Romita, 214013 Castellero (AT)Telefono: 0141 669180Email: protocollo@comune.castellero.at.itCastellero è un comune italiano di 305 abitanti della provincia di Asti in Piemonte.Documenti scaricabili[download-attachments container="div" title="Allegati"...
Comune di Baldichieri d’Asti (AT)
Via Re Umberto I, 214011 Baldichieri d'Asti (AT)Telefono: +39 0141 66006Email: info@comune.baldichieridasti.at.itBaldichieri d'Asti è un comune italiano di 1 157 abitanti della provincia di Asti in Piemonte. Situato a 10 km dal capoluogo di provincia Asti, Baldichieri...
Comune di Antignano (AT)
Piazza IV Novembre, 1014010 - Antignano (AT)Telefono: +39 0141/205123Email: segreteria@comune.antignano.at.it È un comune con una superficie di 10 Kmq al nord ovest dell’Italia. Amministrativamente fa parte della Regione Piemonte e della Provincia di Asti. È...
Approfondimenti sul territorio
CENNI STORICI
Le origini storiche di questo territorio si legano all’arrivo dei Celti nel V sec a.C., la cui presenza si deduce dai toponimi di alcuni borghi, come nel caso di Revigliasco, dove il suffisso – asco rimanda palesemente alla lingua celtica.
Una terra ancora “selvaggia”, occupata da boschi di rovi, querce e tigli, come ricorda il nome di Tigliole, la cui area fu colonizzata e dotata di strade carreggiabili dai Romani solo 600 anni dopo.
I “castrum”, gli accampamenti militari con cui i Romani colonizzarono in prima istanza le regioni conquistate, furono cosi costruiti in prossimità dei nuovi assi viari, sia a scopo difensivo che commerciale. Tra questi, quello di Celle Enomondo, attraversato proprio in epoca romana da un’importante arteria che portava al punto di confluenza del torrente Triversa nel fiume Borbore. Non a caso la parola latina “cellae” indentificava una serie di grotte scavate e utilizzate come locali di stoccaggio per vino e derrate alimentari e, in caso di pericolo, per conservare le riserve di acqua e cibo della comunità.
Il Medioevo: l'età dell'oro e della guerra
Dal punto di vista storico, nelle “Terre dei Santi” ebbe grande influenza il Vescovo di Asti, potente figura del Medioevo piemontese, padrone fino al Trecento di numerosi feudi e castelli, tra cui quello di Antignano, poi passato in dote nuziale a Valentina Visconti nel 1342, e quello di San Martino Alfieri, che solo nel 1615 fu assegnato dal Duca di Savoia ai Marchesi Alfieri di Magliano, andando così ad acquisire nel toponimo il nome di questa famiglia. Una dinastia, quella degli Alfieri, longeva e radicata in modo capillare sul territorio, che diede i natali, tra gli altri, allo scrittore e tragediografo Vittorio, nato ad Asti dal ramo dei Cortemilia nel 1749, e all’architetto Benedetto, progettista ufficiale di Casa Savoia dal 1739.
Profondamente legata al Comune di Asti è invece la nascita di San Damiano, fondata come “villa nuova” nel 1275 dagli Astesi a seguito della vittoria contro Carlo d’Angiò, al fine di consolidare il loro controllo sulla Valle del Borbore e sulle strade commerciali dirette verso la Francia. Una sorte similare ebbe anche il paese di Baldichieri, nato in epoca romana lungo la diramazione della Via Fulvia che collegava Asti a Chieri e poi donato dal Barbarossa in persona al Comune di Asti nel 1159. A ragione di questo legame antico con la città “madre”, entrambi i Comuni hanno mantenuto il privilegio di correre il Palio astigiano, il più antico d’Italia, che coinvolge, oltre ai quartieri storici cittadini, 7 Comuni della provincia di Asti.
Echi di battaglie e di cavalli, di armature e tamburi che risuonano anche tra i resti dei “castelli fantasma”, come a Cortandone, dove della fortezza medievale, demolita dalle truppe francesi all’inizio del XVIII secolo, non rimangono che pochi ruderi.
Tra banche e castelli si scrive la storia
A Castellero, come suggerisce il nome stesso, restano una parte del mastio e la torre merlata, ricostruiti nei primi anni del Trecento dalla famiglia Da Ponte dopo una precedente distruzione. Gli abitanti di Monale invece, i “vicini di casa” di Castellero, possono vantarsi della presenza in paese di ben due castelli: il primo, trasformato in residenza signorile, è attualmente proprietà dei Conti Guani; il secondo, detto la Bastita, conserva i bastioni e le fattezze di una struttura militare.
Anche il centro storico di Roatto è ancora dominato dal suo castello, citato con il borgo nei documenti ufficiali per la prima volta nella seconda metà del XII secolo.
A contendersi il governo di queste terre, dal XIV secolo fino all’affermarsi dei Savoia all’inizio del Seicento, un nutrito gruppo di importanti famiglie locali, decisamente agguerrito, tra cui i Roero, gli Alfieri, gli Scarampi e i Malabaila. Casate in cui il potere del sangue nobile si univa a quello del denaro, accumulato con l’apertura di banchi di credito e con il commercio di tessuti, sale e spezie, attività svolte a lungo in diverse parti dell’Europa.
SITI DI INTERESSE STORICO-ARTISTICO
Sulla Via dei Santi, tra chiese e castelli
L’itinerario della “Via dei Santi” tocca alcuni centri storici divenuti famosi proprio per i loro castelli.
A cominciare da San Martino Alfieri, dove la presenza del maniero definisce l’intero assetto urbano, “spaccandolo” in due: da una parte il centro abitato, con la caratteristica struttura a ricetto, e dall’altra appunto il Castello degli Alfieri.
La prima fortezza medievale fu trasformata in un’elegante residenza barocca tra la fine del Seicento e la fine del Settecento, e dotata di un Giardino e di un Parco all’inizio dell’Ottocento. I lavori, iniziati nel 1696, videro la loro fase più importante negli anni Sessanta del ‘700, grazie al grande architetto Benedetto Alfieri, che incluse nell’intervento di rinnovamento anche la creazione della Citroniera.
Le decorazioni interne vennero da lui commissionate ad abili maestri stuccatori, tra cui il luganese Antonio Catenazzi.
Il disegno del Parco, firmato dal progettista di giardini di fama internazionale Xavier Kurten nel 1815, portò alla creazione di un’area verde di grandi dimensioni abbellita da siepi, parterre, alberi monumentali e sentieri.
Oggi il complesso, di proprietà dei discendenti degli Alfieri, è sede di una rinomata azienda vitivinicola e di una struttura ricettiva.
Ma la presenza degli Alfieri non si limitò al solo castello; a loro si deve anche la costruzione della parrocchiale di S. Carlo Borromeo e Santa Maria, realizzata in stile neoclassico tra il 1828 e il 1832 per volontà del Marchese Carlo Emanuele Alfieri su disegno dell’architetto Ernesto Melano.
La chiesa, dalla facciata austera abbellita da grandi colonne doriche, conserva un trittico della scuola del celebre pittore tardo-quattrocentesco Defendente Ferrari.
Altrettanto imponente si presenta la parrocchiale di Antignano, dedicata alla Madonna del Carmine. Situata all’ingresso ovest del paese, fu costruita tra il 1908 e il 1911 in stile neogotico. L’interno, dalle linee architettoniche slanciate, è decorato dalle tele raffiguranti la Via Crucis realizzate dal famoso pittore Luigi Morgari.
A Tigliole, a ricordarci la presenza del castello dal suo piazzale panoramico, sorge il Municipio, un grande palazzo dall’aspetto elegante realizzato nella metà del XIX secolo sul sito della fortezza medievale, distrutta nel 1553 dai Francesi.
Le sue forme classicheggianti si esprimono soprattutto nella facciata dove le colonne ioniche, imponenti e slanciate, anticipano il portico
Il piazzale, punto panoramico suggestivo, è circondato da un Parco ed è sorretto dai bastioni dell’antica rocca difensiva che degradano verso il centro abitato.
Ma a Tigliole, circondato dai vigneti, c’è un altro gioiello che merita di essere scoperto: la pieve romanica di S. Lorenzo, costruita tra l’XI e il XII secolo come parrocchiale per la comunità e ancora oggi molto ben conservata. L’arco d’ingresso e l’area absidale mostrano le decorazioni simboliche tipiche dell’epoca, tra archetti pensili, lesene e capitelli scolpiti.
La cultura popolare, incontro d'arte e devozione
Le grandi parrocchiali non sono le uniche testimonianze della religiosità di questi luoghi. Altrettanto importanti sono le chiese minori, le confraternite e i Santuari, la cui costruzione si deve spesso alla volontà della popolazione a seguito di un’epidemia o di un evento miracoloso.
A questo proposito meritano una visita il piccolo Santuario di San Salvatore a Cortandone, in stile tardobarocco, e la Confraternita di San Rocco a Celle Enomondo, eretta nel Seicento a seguito dell’epidemia di peste e come protezione delle campagne contro la grandine e i temporali. Custodisce all’interno una preziosa statua processionale del ‘700, in legno dipinto e dorato, raffigurante San Rocco con il cane.
Se a interessarvi è la devozione popolare, è proprio a Celle Enomondo che non resterete delusi. Qui la religiosità contadina si è espressa nel tempo in modo molto capillare, come dimostrano le 18 chiesette costruite tra il Settecento e l’Ottocento sul territorio rurale comunale.
Piloni votivi e cappellette perfettamente restaurate che oggi si possono scoprire sia con il trekking che con la mountain bike o l’e-bike grazie al percorso “Bric & bike”, un itinerario escursionistico lungo 18 km tra leggende, curiosità e scorci suggestivi.
Da San Damiano d'Asti a Revigliasco, storie di borghi e di bellezza
Tra i paesi più grandi visitabili lungo questo itinerario c’è la cittadina di San Damiano, ricca di edifici antichi di notevole bellezza. Sotto i lunghi portici di Via Roma che attraversano il centro storico si possono trovare caffè, pasticcerie, negozi di artigianato e di prodotti tipici.
Colpisce per l’imponenza il Palazzo Municipale, già residenza dei Conti Carlevaris, costruito nella seconda metà del XVIII secolo dall’ingegnere Giuseppe Castelli. Il piano nobile conserva grandi sale abbellite da affreschi, stucchi e sovrapporte dipinte. Da non perdere una visita anche alla vicina Confraternita di San Giuseppe, che ha assunto l’aspetto attuale, a doppia ellisse, nella prima metà del Settecento per poi essere completamente affrescata dai famosi fratelli Pozzo nel 1774. Accanto vi sorge il campanile, l’antica Torre dell’Orologio della città.
Nei borghi di Monale e Roatto sopravvivono, ben conservati, i due Castelli, mentre a Castellero resta la Torre merlata, fatta ricostruire nel Trecento dalla nobile famiglia Da Ponte. Tutti e tre i borghi, in prossimità del proprio maniero, conservano la propria chiesa parrocchiale, dalle forme imponenti.
A Baldichieri, sul sito della fortezza medievale distrutta dai Francesi nel 1553, svetta un palazzo signorile del Settecento, oggi sede dell’amministrazione comunale. Dietro alla costruzione si estende il Parco, oggetto di un recente intervento di recupero e valorizzazione.
La tappa a Revigliasco vi fa invece scoprire la parrocchiale barocca dei Santi Martino, Luca e Anna, con la tipica facciata in mattoni a vista, eretta nella prima metà del Settecento. L’altare maggiore, in marmo, fu donato alla comunità nientemeno che da Napoleone, dopo averlo sequestrato alla chiesa di San Giuseppe dei Carmelitani Scalzi di Asti.
PAESAGGIO AMBIENTE E PRODOTTI DELLA TERRA
L’area del Monferrato attraversata da questo itinerario si espande fino al confine con le colline del Roero, costeggiando il fiume Tanaro per poi superarlo all’altezza della città di Asti.
I versanti più elevati e soleggiati sono riservati al vigneto, in particolare al Nebbiolo e all’Arneis nelle zone di San Martino Alfieri, San Damiano d’Asti, Celle Enomondo, Antignano e Revigliasco, tutte inserite nell’area di produzione della DOCG Terre Alfieri, l’Arneis, la Freisa nella zona di Roatto.
Comune denominatore è la Barbera d’Asti, fiore all’occhiello delle numerose cantine dislocate su questo territorio. Si tratta di un territorio “di confine” adagiato tra i terreni più argillosi e strutturati del Monferrato e quelli più sabbiosi e delicati del Roero, dove quindi possono nascere sia vini rossi di buon corpo che vini bianchi più freschi ed aromatici.
Uscendo dai centri abitati si scorgono qua e là frazioni e borgate formate da grandi cascinali storici, le cui vicende si legano a volte a quelle di grandi personaggi del passato.
Ne è un esempio lampante San Martino Alfieri che in Frazione Marelli ospita la casa di San Giuseppe Marello, fondatore degli Oblati, il cui ramo paterno della famiglia era originario del paese.
In Frazione Saracchi è situato invece Palazzo Garibaldi, edificio storico fatto costruire da Giuseppe Garibaldi a seguito del suo matrimonio con Francesca Armosino, celebrato nel 1880, originaria di questa frazione, in cui la coppia abitò per alcuni anni. Francesca, terza moglie di Garibaldi, gli diede due figli, Manlio e Clelia.
Nelle terre della canapa, dei tartufi e del mais ottofile
Un patrimonio di tradizioni e saperi che qui a Celle ha tra i protagonisti un prodotto a lungo dimenticato e oggi riscoperto: la canapa. Coltivata in paese fin dai primi anni dell’Ottocento, la canapa rappresentava una risorsa importantissima per queste comunità, grazie alla sua versatilità: le fibre, più o meno lavorate, anallergiche e molto resistenti, si trasformavano in corde, sacchi, lenzuola, asciugamani, tovaglie e vestiti. Dai semi si ricavano farina per pane e focacce e, una volta spremuti, l’olio, utilizzato sia a scopo alimentare che curativo.
Se si parla di farina, non si può non citare l’antico “mais ottofile”, perfetto per preparare polente e melighe, nome dialettale dei tradizionali biscotti; la pannocchia, più piccola delle altre varietà, come dice il nome stesso è formata solo da 8 file di chicchi, e per questo nel tempo è stata soppiantata dalle tipologie più redditizie e commerciali. Oggi, soprattutto nella zona di Antignano, il mais ottofile è stato riscoperto ed è oggetto di un’importante azione di promozione e valorizzazione da parte degli agricoltori e dei laboratori di trasformazione.
Numerosi gli allevamenti di Fassone (cui Tigliole dedica una importante Fiera) e di capponi, presentati nella omonima Fiera di San Damiano nel mese di Dicembre, in prossimità delle feste natalizie. Ma anche questa, come tutto il Monferrato, è terra di tartufi, specialmente del pregiato Tartufo Bianco (Tuber Magnatum Pico), a cui sempre San Damiano dedica una Fiera di rilevanza Nazionale.
Dai vigneti ai noccioleti, paesaggi da gustare
Lungo il percorso fanno capolino i noccioleti di Castellero, borgo tra i più piccoli del Monferrato che ha saputo fare della Nocciola Trilobata del Piemonte la sua bandiera a livello nazionale, guadagnandosi il titolo di “Città della Nocciola”.
Sul territorio comunale trova spazio l’intera filiera, dalle serre in cui si allevano le piantine, alle distese di noccioli che coprono le colline, dalle aziende di trasformazione ai murales che decorano le cascine del paese.
Tutto a Castellero parla di Nocciola, e a lei è dedicata una delle fiere storiche più importanti del Piemonte, che qui si svolge ogni anno ad ottobre.
Un viaggio tra paesaggi e prodotti che vede tra i suoi protagonisti anche i filari di Freisa di Roatto, vitigno storico del Monferrato su cui produttori e amministratori locali hanno voluto nuovamente scommettere.
Considerato a lungo troppo “semplice” per competere con gli altri rossi del Piemonte questo vino, aromatico ma di buon corpo, si è rivelato adatto all’invecchiamento e capace di sorprendere anche gli assaggiatori più esigenti.
Eventi principali dei Comuni
Si consiglia di visitare il sito internet del Comune di interesse per maggiori informazioni e per la programmazione esatta degli eventi.
In viaggio con le immagini
- Tutte
- Primavera
- Estate
- Autunno
- Inverno