Legenda
11 Comuni, 8 Castelli, 100 km di tragitto: questi sono i “numeri” dell’Itinerario dedicato ai “Castelli Bruciati”, percorso ad anello che si caratterizza come uno dei più lunghi fruibili sul territorio del Basso Monferrato, insieme alla “Superga Vezzolano Crea”. A differenza di quest’ultima, che attraversa con andamento longitudinale zone diverse tra loro, soprattutto dal punto di vista ambientale e paesaggistico, il percorso in oggetto si sviluppa interamente nella Valcerrina, adagiata tra le ultime colline monferrine e il fiume Po.
Un territorio in realtà solo apparentemente omogeneo; lungo il tracciato si scoprono infatti peculiarità sorprendenti, spostandosi dai boschi di collina all’ambiente fluviale, dai vigneti ai noccioleti, dai pascoli ai frutteti, in un susseguirsi di borghi e sapori sempre diversi.
Un grande tracciato ad anello che esprime già nel nome una forte valenza storica: i Castelli cui si riferisce sono quelli incendiati da Federico Barbarossa nel XII secolo, durante le guerre in Italia, con lo scopo di sottomettere i Liberi Comuni. Non tutte le fortezze però scomparvero tra le fiamme, al contrario; molte furono ricostruite, ancora più imponenti, diventando tra il Seicento e il Settecento eleganti dimore aristocratiche di campagna.
Un viaggio che cala l’escursionista in una dimensione temporale sospesa, dove il paesaggio muta continuamente.. e il passato non sembra poi così lontano.
Scopri l'itinerario escursionistico
L’itinerario Il Monferrato Dei Castelli Bruciati è composto da … tappe, incluse le varianti, i cui dati sono visibili sul portale Piemonte Outdoor.
Numero di tappe (con varianti) … |
Lunghezza totale … km |
Microaree interessate
- N. 18 – La Val Cerrina
- N. 19 – Tra Po e Val Cerrina
Comuni interessati dall’itinerario
SI SPECIFICA CHE QUESTO ITINERARIO NON È PRESENTE SUL PORTALE DI PIEMONTE OUTDOOR.
Tra i Comuni che costituiscono il percorso, quelli di Coniolo, Camino e Moncestino non fanno parte del territorio del G.A.L. Basso Monferrato Astigiano, ma sono parte integrante dell’Itinerario in oggetto. L’itinerario infatti è stato ideato da questi 11 Comuni della Valcerrina, con capofila quello di Odalengo Grande, e presentato al bando regionale “Piano di Sviluppo Rurale 2016/2020 per infrastrutture turistico ricreative ed informazione. Misura 7.5.1”.
Comune di Villamiroglio (AL)
Piazza San Vito, 115020 Villamiroglio (AL)Telefono: +39 0142.947101Email: protocollo@comune.villamiroglio.al.itVillamiroglio è un comune italiano di 295 abitanti della provincia di Alessandria in Piemonte, situato a circa 30 chilometri da Casale Monferrato. Lo stemma...
Comune di Solonghello (AL)
PIAZZA CASTELLO, 115020 Solonghello (AL)Telefono: 0142.944141Email: info@comune.solonghello.al.itSolonghello è un comune italiano di 214 abitanti della provincia di Alessandria in Piemonte. Le vicende storiche del borgo sono legate a quelle del territorio del...
Comune di Pontestura (AL)
Corso Roma, 815027 Pontestura (AL) Telefono: (+39) 0142.466134Email: info@comune.pontestura.al.itPontestura è un comune italiano di 1 354 abitanti della provincia di Alessandria in Piemonte. Il nome deriva da Pons Turris (ponte con torre), che appare anche nello...
Comune di Odalengo Grande (AL)
Piazza S.Defendente, 1 15020 Odalengo Grande (AL)Telefono: +39 0142.949021Email: odalengo.grande@ruparpiemonte.it Odalengo Grande è un borgo agricolo che sorge pochi km a ovest rispetto ad Alessandria, provincia del Piemonte. Il territorio comunale prevalentemente...
Comune di Moncestino (AL)
Piazza Marconi 315020 Moncestino (AL)Telefono: 0142945061E-mail: info@comune.moncestino.al.it Piccolo e tranquillo paese di collina che domina la pianura vercellese e casalese, il Po e la catena delle Alpi. La qualità della vita unita alla salvaguardia e...
Comune di Mombello Monferrato (AL)
Piazza Municipio, 115020 Mombello Monferrato (AL)Telefono: 0142 944101Email: info@comune.mombellomonferrato.al.it Mombello Monferrato è un comune italiano di 930 abitanti della provincia di Alessandria in Piemonte, situato a circa 21 chilometri ad ovest di Casale...
Comune di Gabiano (AL)
Piazza Europa, 415020 Gabiano (AL)Tel. +39 0142 945001Email: ufficioprotocollo@comune.gabiano.al.it Gabiano è un comune italiano di 1 007 abitanti della provincia di Alessandria in Piemonte. Fa parte del Basso Monferrato ed è adagiato sul versante meridionale di una...
Comune di Coniolo (AL)
Via D. Birago, 1315030 Coniolo (AL)Telefono: (+39) 0142 408423Email: info@comune.coniolo.al.itConiolo è un comune italiano di 456 abitanti della provincia di Alessandria, in Piemonte, situato ad una distanza di circa 7 chilometri ad ovest di Casale Monferrato. La...
Comune di Cerrina Monferrato (AL)
Piazza Martiri Internati, 315020 Cerrina Monferrato (AL)Telefono: 0142943421 E-mail: protocollo@comune.cerrina.al.itCerrina è un comune italiano di 1.389 abitanti della provincia di Alessandria, in Piemonte. Il comune è situato a circa 22 chilometri da Casale...
Comune di Castelletto Merli (AL)
Via Roma, 5715020 Castelletto Merli (AL)Telefono: 0141.918123Email: castelletto.merli@ruparpiemonte.itCastelletto Merli è un comune italiano di 457 abitanti della provincia di Alessandria in Piemonte.Documenti scaricabili[download-attachments container="div"...
Comune di Camino (AL)
Via Roma, 3715020 Camino (AL)Telefono: (+39) 0142.469131Email: amministrativo@comune.camino.al.itCamino ha origini remote: i primi insediamenti sul territorio risalgono probabilmente al tempo dei Romani. Il toponimo Camino, che si trova per la prima volta in un...
Approfondimenti sul territorio
CENNI STORICI
Le guerre di conquista, dai Romani ai Longobardi
Sebbene il Barbarossa abbia lasciato un segno indelebile del suo passaggio, le origini storiche di questo territorio lo precedono di oltre 1000 anni.
Le prime comunità comparvero nella Valcerrina già in epoca romana, tra il I e il II secolo d.C.; è questo il caso di Castelletto Merli e di Mombello Monferrato, sorti lungo l’importante strada commerciale che collegava Vardacate, l’attuale Casale Monferrato, a Industria, oggi Monteu da Po. A confermarlo, nell’area di Mombello, il ritrovamento di numerosi frammenti ceramici e di alcune monete di età imperiale, databili intorno al 250 d.C. Una storia similare riguarda anche Pontestura, il cui toponimo si riferisce al traghetto galleggiante sul fiume Po; secondo la leggenda sembra addirittura che esistesse un Pons Turris, cioè un ponte turrito, già nel III secolo a.C. e che su di esso fosse passato anche Annibale con i suoi famosi elefanti nel 218 a.C.
Con l’arrivo dei Longobardi, iniziarono a comparire nell’area nuovi insediamenti fortificati, tra cui quelli di Villamiroglio e Cerrina, il quale nell’VIII secolo risulterà inserito tra i possedimenti della potente Abbazia di Santa Maria di Lucedio. Anche Mombello fu rifondato dai Longobardi, che vi avviarono un’attività artigianale specializzata nella produzione di tessuti.
Potere temporale e potere spirituale: liberi Comuni, Vescovi e Abbazie
Il primo borgo di Solonghello, che tradisce nel nome l’origine germanica, vide invece la sua rinascita nell’XI secolo, istituendosi come Comune autonomo nel 1016, quando le famiglie nobili locali si ribellarono al Vescovo di Vercelli, signore, poco tollerato, di queste terre. Terre che includevano all’epoca anche il feudo di Odalengo Grande, nato con i Longobardi nel VI secolo e poi passato alla diocesi vercellese nell’XI secolo. Il feudo di Gabiano, nato come “fundus” agricolo romano, fu invece acquisito dalla famosa Abbazia di Novalesa, trasformandosi nel X secolo in un “castrum”, dotato di una possente fortezza difensiva.
Dal Barbarossa ai Marchesi del Monferrato
Una storia dove si intrecciano potere temporale e spirituale, eventi di grande portata e accese rivalità capillari, e che nel Medioevo unirà questi borghi in un unico destino sotto i Marchesi del Monferrato; tuttavia, il loro potere si consolidò o meno sul territorio anche in base ai rapporti esistenti con le signorie locali, che in alcuni casi lasciarono il loro nome ai paesi stessi. In particolare, la casata dei Merli, associata molto presto al toponimo di Castelletto, feudo che fu di loro proprietà fin dal 1298, e quella dei Miroglio, fondatrice nel 1164 del borgo denominato “Villa Santa Maria”, poi mutato appunto in Villamiroglio. Importante sul territorio fu anche la presenza degli Scarampi, famosa famiglia di banchieri astigiani, che governò Gabiano e Pontestura; feudi tra i preferiti dai Marchesi del Monferrato insieme a quello di Mombello, il quale fu inserito intorno al 1250 nella dote nuziale di Isabella di Gloucester, andata in sposa al Marchese di Monferrato Guglielmo.
SITI DI INTERESSE STORICO-ARTISTICO
I “castelli bruciati” della Valcerrina, tra storia e leggenda
La valenza paesaggistica e architettonica di questo itinerario, come suggerisce il nome stesso, si esprime soprattutto nell’alta concentrazione di castelli e ville aristocratiche che dominano con le loro forme imponenti i piccoli borghi che si incontrano lungo il tragitto. Dove le fortezze non sono sopravvissute, restano comunque le tracce dei ricetti, riconoscibili nell’andamento concentrico delle abitazioni e nelle mura possenti che ancora le circondano.
A Cerrina, punto di partenza dell’anello, le strutture difensive ancora visibili sono ben due: in Frazione Montalero sorge possente il Castello, di proprietà privata, immerso in un grande Parco. Eretto intorno all’anno 1000, il maniero fu ampliato e rinforzato alla fine del Trecento, epoca di cui conserva ancora una parte significativa, sebbene rinnovato tra il Seicento e l’Ottocento. Nel borgo, nella piazza del Comune, resta invece un’interessante casa-forte, costruita tra il XIV e il XV secolo, che mostra le caratteristiche finestre di stile tardogotico decorate da eleganti formelle in cotto. Da visitare, a pochi passi dal palazzo, la parrocchiale dei Santi Nazario e Celso, risalente alla seconda metà del Novecento.
A Castelletto Merli, salendo sulla cima della collina, nella parte più alta del paese, si scoprono i resti dell’intero nucleo castellano medievale, detto appunto il Castello dei Merli, o Palazzo Bertorelli. Il complesso conserva, oltre all’abitazione signorile, la chiesa di San Nicolao, i forni, i fienili, le stalle e le mura difensive.
Borghi, che bellezza: le architetture barocche del Magnocavallo
Non è da meno Odalengo Grande, con l’imponente Castello, nato a scopo difensivo tra il X e il XII secolo e poi riammodernato tra il Seicento e il Settecento dal Marchese di Gozani, famoso appassionato di vino; le cantine del suo maniero furono addirittura descritte dalle cronache dell’epoca come le migliori del Monferrato. Da non perdere qui una visita alla parrocchiale di San Vittore, costruita in stile neoclassico nel 1786 su progetto del grande Francesco Ottavio Magnocavallo, che per la facciata e la cupola si ispirò alle architetture del Palladio.
Un architetto molto richiesto in zona, il Magnocavallo, attivo anche a Villamiroglio per il disegno della parrocchiale dei Santi Filippo e Michele, a Solonghello per quello della parrocchiale dei Santi Andrea Apostolo ed Eusebio, iniziata nel 1738, e nella Frazione Varengo di Gabiano per la quale progettò la chiesa di Sant’Eusebio con la scenografica scalinata, capolavoro del tardo barocco piemontese.
Torri, ricetti e castelli di... vini
E tra i castelli più affascinanti e meglio conservati del territorio vi è proprio quello di Gabiano, circondato dai vigneti e noto per i suoi vini di alta qualità fin dal 1600. L’antica fortezza, ampliata già tra il XII e il XIII secolo e riammodernata nel Seicento, ospita nella tenuta anche un curioso Labirinto.
Solo di “castelli fantasma”, cioè non più visibili, si parla infine a Mombello e Pontestura, due borghi che conservano attrattive storico-artistiche altrettanto suggestive.
A Mombello restano la Torre merlata e le mura del ricetto, risalenti al XIV secolo; percorrendole, si gode di una vista panoramica molto suggestiva sulle colline circostanti. Meritano una sosta anche Palazzo Tornielli, già Palazzo Pretorio, storica residenza di villeggiatura aristocratica e la chiesetta di San Sebastiano, che conserva nella struttura esterna alcuni conci di arenaria di epoca romanica.
Pontestura città d’arte: alla scoperta di Colombotto Rosso
Da non perdere a Pontestura, infine, la parrocchiale di Sant’Agata, costruita nel Duecento e rinnovata tra fine Ottocento e l’inizio Novecento in stile neogotico; all’interno custodisce un antico coro ligneo e alcune preziose tele realizzate da Guglielmo Caccia, detto il Moncalvo, attivo nel primo quarto del Seicento, e da Pier Francesco Guala, famoso pittore del Settecento originario di Casale Monferrato.
Pochi sanno inoltre che Pontestura è “città adottiva” di un grande artista contemporaneo, Enrico Colombotto Rosso. Nato a Torino nel 1925, fu un noto esponente del Neo-surrealismo e del Neo-Liberty; reinterpretò l’Arte Nouveau in chiave tragica e inquieta, popolando le sue composizioni di figure macabre e deformi. Il Palazzo del Municipio ospita un’importante collezione di circa 100 opere donate dall’artista per costituire una mostra permanente, ed esposte nel corso del tempo nelle più importanti città d’arte del mondo, da Milano a Roma, da Parigi a New York.
PAESAGGIO AMBIENTE E PRODOTTI DELLA TERRA
I prodotti De.Co. della Valcerrina: mele, torte, vini e agnolotti
Il percorso nella Valcerrina porta alla scoperta di ambienti e paesaggi diversi, che fanno da cornice a prodotti gastronomici in grado di accontentare anche gli escursionisti più golosi.
Oltre alle etichette simbolo dell’intero territorio, tra cui la Barbera del Monferrato DOC e il Grignolino del Monferrato Casalese DOC, due vini rossi perfetti da abbinare alla pasta fresca e alle carni protagoniste della cucina di questi borghi, si incontrano specialità fortemente rappresentative delle tradizioni di ciascun luogo, in gran parte insignite della De.Co. (Denominazione Comunale)
Cerrina fa onore alla cucina piemontese con le Tome a base di latte vaccino, compresa quella al “lait brusc”, cioè al latte acido, da gustare anche con il miele, altro prodotto tipico che Cerrina condivide, insieme agli Agnolotti Monferrini, con Odalengo Grande. Dalla Frazione di Piancerreto arrivano anche le mele, certificati De.Co.
A Pontestura, la Denominazione Comunale accompagna il Menu, dal primo al dessert: De.Co. sono gli Agnolotti, insaporiti da mortadella e Parmigiano Reggiano stagionato, e la Torta di Castagne, storico dolce del periodo pasquale. A renderla speciale, l’utilizzo in passato delle castagne essiccate portate, nell’Ottocento, dai carrettieri locali di ritorno dalle consegne di vino nelle aree montane. Ogni pasticceria e ogni famiglia del paese ne ha personalizzato nel tempo la ricetta, con l’aggiunta di mele, o cacao, di amaretti o rhum.
A Villamiroglio, la storia è in tavola: Il Gran Bollito del Risorgimento
Per chi preferisce la carne, è d’obbligo una sosta a Villamiroglio, patria del “Bollito storico del Risorgimento piemontese”, cui il paese dedica una Sagra da oltre mezzo secolo e così denominato perché molto gradito dal Re di Savoia Vittorio Emanuele II. La ricetta prevede sette tagli di carne: dal castrato, il piano, la punta, la testina, la coda e la lingua; a seguire, cotechino e gallina, il tutto servito con gli immancabili Bagnetti Monferrini, in particolare Verde e Rosso, e verdure di stagione. Da provare, anche il Tonno di Coniglio, altro must della cucina regionale, dove le carni vengono cotte a lungo, insaporite con aglio e salvia e messe in vasetto.
La Bagna Cauda di Mombello e i Friciulin di Castelletto Merli
I sapori decisi continuano a Mombello, che vanta come piatto forte la Bagna Cauda. L’intingolo bollente a base di olio d’oliva, acciughe e abbondante quantità di aglio accompagna gli ortaggi locali e si gusta qui con il “Rosso di Mombello Monferrato”, vino De.Co. prodotto con il 100% di uve Grignolino coltivate e lavorate esclusivamente sul territorio comunale.
Castelletto Merli di prodotti De.Co. ne vanta ben quattro, tutti da provare: gli Agnolotti del Vigin, dal nome dello storico pastificio che ne fa da ambasciatore; il Salame Cotto, ricavato dai tagli selezionati del maiale e insaporito con vino e spezie, prima di essere bollito; i Friciulin, gustose frittelline alle ortiche; la Torta di “Pum Marcun”, una varietà di mele tipica locale.
Gabiano e le sue DOC “in miniatura”
A chiudere il percorso di eccellenze, tra calici e bottiglie, il borgo di Gabiano, dove nascono due delle più piccole DOC d’Italia: il Gabiano e il Rubino di Cantavenna, entrambi a base di uve Barbera, con piccole aggiunte di Freisa e Grignolino. Due vini che si distinguono dalle altre produzioni piemontesi soprattutto per l’esposizione delle colline, su cui soffiano i venti freddi delle Alpi, senza barriere, determinando forti escursioni termiche fra il giorno e la notte.
Il Gabiano, in particolare, fu premiato con la Medaglia d’Oro all’Esposizione Universale di Parigi già nel 1900; dal color rosso rubino e dal sapore armonico e asciutto, si presta bene all’invecchiamento in legno, che, superati i 2 anni, guadagna al vino la menzione di “Riserva”.
Eventi principali dei Comuni
Si consiglia di visitare il sito internet del Comune di interesse per maggiori informazioni e per la programmazione esatta degli eventi.
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