Legenda
L’itinerario denominato “Il Cammino delle Colline Sacre”, fruibile sia a piedi che in bicicletta, si sviluppa nell’area settentrionale della Provincia di Asti, tra le cosiddette “Terre dei Santi” e le “Colline del Romanico”. Il percorso interessa i territori di 9 Comuni, permettendo al visitatore di scoprire, tra capoluoghi e frazioni, molte attrattive solo apparentemente “minori”, di grande valore architettonico e profondamente intrecciate alla storia e al folklore delle comunità locali.
Un fil rouge, quello del “sacro”, che qui si esprime in due forme: da una parte, con la presenza capillare di chiese romaniche, dalle più famose a quelle meno conosciute; dall’altra, attraverso il legame tra queste terre e alcuni celebri personaggi della Cristianità, a cominciare da San Giovanni Bosco, fondatore dell’Ordine dei Salesiani.
Nei centri storici fanno capolino castelli, palazzi e chiese imponenti, che raccontano il prestigio di questi borghi e delle famiglie che li governarono, dal Medioevo fino all’età moderna, fronteggiando assedi, carestie e pestilenze, e riempiendo le loro residenze di giardini, capolavori d’arte e leggende.
Una territorio che si racconta attraverso i grandi nomi della storia, dai Conti Radicati al Re di Francia Carlo VIII, così come nelle gesta di un giovanissimo San Domenico Savio o di una povera contadina quale fu Magherita Occhiena, madre di Don Bosco e “seconda mamma” di tutti i ragazzi dell’Oratorio di Valdocco.
Un itinerario dalla forte valenza paesaggistica, grazie al quale si può apprezzare l’intero “skyline” del Monferrato, abbracciando con un solo colpo d’occhio pievi, campanili, parchi e fortezze, in un piacevole saliscendi tra boschi, campi, pascoli e vigneti.
Scopri l'itinerario escursionistico
Cammino delle Colline Sacre: Tappa 1 Abbazia di Vezzolano – Chiesa di Sant’Eusebio
Cammino delle Colline Sacre: Tappa 2 Chiesa di Sant’Eusebio – Colle Don Bosco
Cammino delle Colline Sacre: Tappa 3: Colle Don Bosco – Capriglio
Cammino delle Colline Sacre: Tappa 4 Capriglio – Viale
Cammino delle Colline Sacre: Tappa 5 Viale – Piea
Cammino delle Colline Sacre: Tappa 6 Piea – Montiglio Monferrato
Numero di tappe (con varianti) 6 |
Lunghezza totale 40,30 km |
Microaree interessate
- N. 7 – Colline sacre
- N. 8 – Terre dei Santi
- N. 9 – Colline dei boschi e del romanico
- N. 12 – Ricetti e castelli
Comuni interessati dall’itinerario
Si segnala che i centri storici di Albugnano, Montafia e Cortazzone non sono direttamente attraversati dall’Itinerario di Piemonte Outdoor ma sono stati inseriti nella descrizione che segue in qualità di tappe aggiuntive consigliate; questi paesi sono dislocati in prossimità del Percorso stesso e sono caratterizzati da un’ alta valenza storica, paesaggistica e architettonica.
Comune di Viale (AT)
Via Faussone, 414010 Viale (AT)Telefono: 0141/995028Email: comuneviale@yahoo.itViale è un comune italiano di 241 abitanti della provincia di Asti, nel Basso Monferrato. Il barbio coronato d'oro era il simbolo dei conti Balbiano.Documenti...
Comune di Piea (AT)
Piazza Italia, 114020 Piea (AT)Telefono: 0141 901650Email: piea@comune.piea.at.i Piea è un comune italiano di 559 abitanti della provincia di Asti in Piemonte. Il comune è sede di un castello, prima fortificazione, poi palazzo gentilizio: originario dell'XI secolo,...
Comune di Montiglio Monferrato (AT)
Piazza Umberto I°, 114026 Montiglio Monferrato (AT)Telefono: 0141 994008Email: montigliomonferrato@gmail.com Montiglio Monferrato è un comune italiano di 1 585 abitanti della provincia di Asti in Piemonte. È stato istituito il 1º settembre 1998 dall'unione dei tre...
Comune di Montafia (AT)
Piazza Camillo Riccio, 914014 Montafia (AT)Telefono: +39 0141 997003Email: info@comune.montafia.asti.it Montafia è un comune italiano di 935 abitanti della provincia di Asti in Piemonte. Nel 2017 l'associazione Legambiente ha premiato l'iniziativa di tutela del Viale...
Comune di Cunico (AT)
Via Recinto, 314026 Cunico (AT)Telefono: 0141906502Email: comune.cunico@gmail.com Cunico sorge su una collina dell'ultimo scorcio nord - ovest del Monferrato, l'estensione del territorio occupa quasi 7 chilometri quadrati (671 ettari). Oltre al nucleo principale...
Comune di Cortazzone (AT)
Via del Castello, 214010 Cortazzone (AT)Telefono: 0141 995504Email: info@comune.cortazzone.at.it Cortazzone è un comune italiano di 593 abitanti della provincia di Asti, appartenente al consorzio dell'unione di comuni Alto Astigiano. Si ritiene che l'origine del borgo...
Comune di Castelnuovo Don Bosco (AT)
Via Roma, 1214022 Castelnuovo Don Bosco (AT)Telefono: +39 011 9876165Email: info@comune.castelnuovodonbosco.at.itCastelnuovo Don Bosco è un comune italiano di 3 126 abitanti della provincia di Asti in Piemonte. Fa parte dell'Unione dei Comuni - Comunità Collinare...
Comune di Capriglio (AT)
Piazza Mamma Margherita, 314014 - Capriglio (AT), ItaliaTelefono: +39 0141 997194Email: info@comune.capriglio.at.itCapriglio è un comune italiano di 316 abitanti della provincia di Asti in Piemonte. Qua nacque la religiosa Margherita Occhiena.Documenti...
Comune di Albugnano (AT)
Piazza Cav. Serra, 114022 - Albugnano (AT)Telefono: +39 011/9920601Email: protocollo@comune.albugnano.at.itAlbugnano è un comune italiano di 500 abitanti della provincia di Asti in Piemonte. Situato nel basso Monferrato, con la casa comunale a 549 metri di altezza sul...
Approfondimenti sul territorio
CENNI STORICI
Le origini: dall’epoca romana all’Alto Medioevo
Sebbene quest’area del Basso Monferrato fosse già in parte popolata in epoca romana, come nel caso di Viale, nato probabilmente come “fundus” agricolo nel II secolo a.C., e di Cunico, luogo di ritrovamento di alcune epigrafi latine, la struttura delle “colline sacre” si plasma cosi come la conosciamo oggi a partire dall’Alto Medioevo.
È infatti intorno all’VIII secolo che iniziano a comparire sui bricchi più alti, e quindi più protetti, i borghi fortificati di Capriglio e Cortazzone, seguiti, tra il X e l’XI secolo, da quelli di Viale, rifondato su una piccola altura a scopo difensivo, Piea e Montiglio. Il XII secolo sarà la volta dei centri di Albugnano, Castelnuovo, a cui più tardi verrà aggiunto l’appellativo di Don Bosco in onore del “Santo dei giovani”, e Montafia.
Storie di pietra tra castelli e ricetti
Nove i paesi, e ancor più numerosi i Castelli: basti citare quello di Colcavagno, ancora visibile, e quello di Scandeluzza, non sopravvissuto; le due frazioni formano oggi, insieme al capoluogo, Montiglio, il Comune di Montiglio Monferrato, ma fino al 1998 furono borghi autonomi. O ancora, quello di Bagnasco, Frazione di Montafia: la borgata, a lungo indipendente e munita anch’essa di una fortezza, poi distrutta, conserva l’impianto urbano primitivo, a recinto, con le case disposte in linea circolare a ricalcarne il perimetro.
Se in epoca medievale Albugnano, Montiglio e Capriglio condivisero parte del proprio destino, rientrando tutti e tre nella Contea di Cocconato, proprietà dei famosi Conti Radicati, i centri di Cortazzone e Viale furono protagonisti di una storia diversa: il primo appartenne, come ricorda il nome stesso, alla famiglia Azzone, feudatari del Vescovo di Pavia che, dal XII al XVIII secolo, ne mantennero la giurisdizione alternandosi ai Pelletta, banchieri astigiani; il secondo, in origine feudo del Vescovo di Torino, venne poi spartito tra diverse famiglie nobili locali. Vicende similari interessarono anche il paese di Piea: antico possedimento del Vescovo di Asti, passò presto in mano a importanti casate, tra cui, alla fine del Trecento, la potente famiglia dei Roero, che ne rimase proprietaria per ben 400 anni.
Un passato quindi che parla attraverso le pietre dei suoi castelli: perfettamente conservati, se pur rimaneggiati nel corso del tempo, quelli di Montiglio, Piea, Viale e Cortazzone; completamente distrutti quello di Cunico, sul cui sedime fu eretta la parrocchiale di San Bartolomeo, e quello di Albugnano, sito oggi occupato dal Parco e dal suggestivo Belvedere.
Resti dei possenti bastioni sono ancora visibili a Montafia, così come a Castelnuovo don Bosco, dove della fortezza del XII secolo sopravvivono anche la torre e alcuni resti della muratura. Del Castello di Capriglio rimangono invece solo le tracce del portale, situate ai piedi della salita che porta alla parrocchiale, oltre ad a una serie di cunicoli sotterranei che si diramano al di sotto del centro storico, non accessibili al pubblico.
Il percorso devozionale: Castelnuovo Don Bosco e dintorni
Ma se di storia di tratta, è proprio in queste ultime due tappe che si scoprono le vite straordinarie di San Giovanni Bosco, Mamma Margherita e San Domenico Savio: figure strettamente connesse tra loro e al territorio in oggetto, a cui hanno guadagnato, insieme a San Giuseppe Marello e al Cardinal Guglielmo Massaia, l’appellativo di “Terre dei Santi”.
San Giovanni Bosco nacque da una povera famiglia contadina in Frazione Becchi di Castelnuovo nel 1815. Fu sacerdote, educatore e fondatore della Congregazione di San Francesco di Sales, poi divenuta famosa nel mondo come Ordine Salesiano. Il “Santo dei giovani” dedicherà tutta la sua vita ai ragazzi, soprattutto agli orfani e ai più poveri, scrivendo libri e fondando scuole, oratori e missioni in tutto il mondo. Morirà nel 1888 e verrà canonizzato nel 1934 da Papa Pio XI.
E se “dietro a un grande uomo, c’è sempre una grande donna”, è senza dubbio questo il caso: si tratta di Margherita Occhiena, da tutti conosciuta come Mamma Margherita, la madre di Don Bosco. A darle i natali fu il paese di Capriglio nel 1788; sposatasi con Francesco Bosco, vedovo e già padre di un bambino, si trasferì ai Becchi, dove diede alla luce i suoi due figli, Giuseppe e Giovanni. Rimasta vedova dopo pochi anni, Margherita si occupò con dedizione e sacrificio sia al lavoro nei campi che alla gestione della famiglia, aiutando il figlio Giovanni nel suo progetto educativo, rivolto soprattutto ai bambini più bisognosi. Morta di polmonite a Torino nel 1856, le verrà riconosciuto il titolo di Venerabile nel 2006.
Ma il percorso devozionale non si ferma ai Becchi. Tra Moriondo e Morialdo, altre due piccole Frazioni di Castelnuovo, ci si imbatte nella figura di San Domenico Savio, “il piccolo gigante dello spirito”, così come lo definì Papa Pio XI. Nato a Riva di Chieri (TO) nel 1842, si trasferì molto presto con la sua famiglia a Moriald o; qui trascorse la prima parte della sua brevissima vita, entrando in contatto con Don Bosco nella cascina dei Becchi, dove spesso il sacerdote portava i suoi ragazzi dell’Oratorio di Valdocco. Don Bosco fu subito colpito da Domenico, sempre allegro, studioso, dedito alla preghiera e all’aiuto dei compagni, arrivando a insegnare loro il Catechismo e ad assisterli se malati. Nell’estate del 1856 scoppiò il colera e Domenico si arruolò in prima fila per seguire Don Bosco tra le strade di Torino in soccorso dei contagiati. Ammalatosi, fece ritorno in famiglia a Mondonio, dove nel 1857, a 15 anni, morì. Pio XII lo canonizzò nel 1954, consacrandolo così come il più giovane santo cattolico non martire.
SITI DI INTERESSE STORICO-ARTISTICO
Le “colline sacre”, culla del Romanico
Qui nel Basso Monferrato, “colline sacre” è sinonimo di Romanico. Questo itinerario infatti attraversa una zona ricchissima di chiese e pievi databili tra il X e il XII secolo, testimonianze tangibili della religiosità popolare e dei grandi pellegrinaggi lungo la Via Francigena, in prossimità della quale molte di esse furono costruite. Nati come luoghi di culto ad uso delle popolazioni rurali o come strumento di evangelizzazione di terre ancora pagane su iniziativa dei più importanti Vescovi dell’epoca, questi edifici ospitarono gente comune e personaggi di spicco, contadini, commercianti e viaggiatori, diventando custodi preziosi di storie, simbologie e leggende ancora cariche di suggestione.
A cominciare dal capolavoro per antonomasia del Romanico astigiano, ovvero l’ Abbazia di Santa Maria di Vezzolano, situata ai piedi del borgo di Albugnano, costruita tra la fine dell’XI e la prima metà del XIII secolo. Nel complesso, adagiato in un anfiteatro di vigneti, colpiscono la facciata e il pontile scolpiti, insieme allo splendido ciclo di affreschi gotici che abbellisce le pareti del chiostro. Amministrata dai Canonici Agostiniani, l’Abbazia giocò un ruolo strategico sul territorio sia dal punto di vista politico che religioso, accogliendo importanti personaggi dal passato, tra cui il Re Carlo VIII di Francia.
Il percorso alla scoperta del Romanico prosegue verso il Cimitero del paese, che cela la chiesetta di San Pietro, risalente al XII secolo. Parzialmente rimaneggiata tra il Settecento e l’Ottocento, conserva dell’impianto originario la parte inferiore dei muri laterali e l’abside, sulla quale sono visibili pilastrini, finestre strombate, una fascia in pietra decorata ad intreccio e una serie di archetti poggianti su mensoline decorate da figure zoomorfe.
Merita poi, ad Albugnano, anche una visita del centro storico, protetto dai bastioni medievali e soprannominato “il balcone del Monferrato”. E per scoprirne il perché, basta raggiungere il Belvedere Motta, ricavato dal sito del castello: dai suoi 550 metri di altitudine offre una vista suggestiva sulle colline del Monferrato fino ad abbracciare le Alpi torinesi.
Viaggiando sui luoghi della Santità: dal Santuario di Don Bosco alla Casa Museo di Mamma Margherita
Raggiungendo i Becchi, frazione di Castelnuovo don Bosco, si è invece colpiti dall’imponenza del Santuario di San Giovanni Bosco. Strutturato con due chiese sovrapposte, fu progettato e costruito dall’ingegnere Enea Ronca nella seconda metà del Novecento. Da visitare, a pochi passi dal Santuario, anche gli altri “luoghi di Don Bosco”, tra cui la piccola cascina dove il Santo nacque e visse la sua infanzia, detta “la Casetta”, e la Casa del fratello Giuseppe, sede di un ricco Museo Contadino.
In frazione Bardella, vi aspetta invece un’altra chiesetta romanica, quella di Santa Maria di Cornareto, costruita nel XII secolo in un punto panoramico molto suggestivo.
Arrivando nel concentrico di Capriglio, si scoprono la parrocchiale della Natività di Maria, costruita nella prima metà del Seicento e abbellita all’interno da un paliotto in stucco settecentesco realizzato dallo scultore Cristoforo Solaro, e il Municipio, con l’annesso Museo di Mamma Margherita, dedicato a Margherita Occhiena, la mamma di San Giovanni Bosco, nata proprio a Capriglio nel 1788. L’allestimento racconta, attraverso la vita di Margherita, un intero microcosmo territoriale, fatto di peculiarità geologiche, dove spiccano i reperti fossili, botaniche e culturali, legate soprattutto al mondo contadino e alle sue tradizioni. Particolarmente interessante, il focus dedicato ai depositi locali di gesso e all’utilizzo di questo materiale a scopo edilizio e decorativo, ampiamente diffuso in quest’area del Piemonte tra la fine del Seicento e l’inizio del Novecento.
Proseguendo, si incontra il borgo fortificato di Bagnasco, oggi Frazione di Montafia, che ospita la chiesa cimiteriale di San Giorgio, eretta in stile romanico tra l’XI e il XII secolo. Anche il cimitero del capoluogo conserva una chiesetta di fondazione romanica, dedicata a San Martino, risalente al XII secolo, caratterizzata da un pregevole apparato decorativo esterno, visibile specialmente sulla parete dell’abside. Nel concentrico merita invece una visita la parrocchiale neoclassica di San Dionigi, costruita nel 1729, caratterizzata da una pregevole decorazione interna in stucco.
Da Cortazzone a Montiglio Monferrato, tra pievi e castelli
Gli appassionati del Romanico resteranno a bocca aperta raggiungendo la tappa successiva, la chiesa di San Secondo di Cortazzone, situata sul bricco di Mongiglietto, in bella posizione panoramica. Dichiarata monumento nazionale, è stata inclusa nel cosiddetto Triangolo d’oro del Romanico astigiano, insieme alla pieve di San Lorenzo di Montiglio e a quella dei Santi Nazario e Celso di Montechiaro d’Asti. L’edificio, costruito tra l’XI e il XII secolo e ad oggi ancora perfettamente conservato, mostra sia all’esterno che all’interno una ricchissima decorazione scultorea, che risalta soprattutto nei capitelli, scolpiti con animali, sirene e curiose immagini simboliche.
Arrivando a Viale, è invece l’imponente Castello a stupire: costruito in epoca medievale a scopo difensivo e circondato da un Parco a gradoni, fu riconvertito in residenza signorile nella metà dell’Ottocento su commissione dei Marchesi Caisotti di Chiusano. Dal 1918 il Castello è sede del Municipio e viene utilizzato anche come location per manifestazioni ed eventi privati.
E se di castelli si parla, quello di Piea non è certo da meno. Costruito nel XII secolo, fu rinnovato nel Settecento per volontà dei Conti Filippo Felice e Carlo Maria Roero che la vollero trasformare in una elegante villa aristocratica. Da visitare, l’antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo, rinnovata agli inizi del XX secolo, quando fu realizzata la facciata odierna; all’interno, la Cappella dedicata alla Vergine custodisce una pregevole statua lignea del Settecento.
Anche la parrocchiale di Cunico merita senza dubbio una sosta: dedicata a San Bartolomeo, fu costruita nella metà del XVIII secolo sul sito del Castello medievale e in parte rinnovata nella metà del Novecento. Degni di interesse il sagrato a terrazza, sorretto dal muraglione, e il campanile, caratterizzato da un particolare sottopasso voltato, costruito nel 1750.
Uscendo dal paese, ci si può fermare poi all’antica chiesetta cimiteriale dell’Assunta e raggiungere infine Montiglio Monferrato. Il borgo custodisce, oltre ad uno dei Castelli medievali più imponenti e meglio conservati del Monferrato, la splendida chiesa romanica di San Lorenzo, costruita tra l’XI e il XII secolo. All’interno, colpiscono i capitelli scolpiti, attribuiti a maestranze itineranti di origine francese, probabilmente borgognona.
PAESAGGIO AMBIENTE E PRODOTTI DELLA TERRA
Nelle colline sacre, vini, tartufi e prodotti dell’orto
Anche le “colline sacre” sanno regalare grandi soddisfazioni agli amanti della buona tavola.
Partendo da Albugnano, terra del vino omonimo, una DOC di nicchia a base di uve Nebbiolo, e da Castelnuovo don Bosco, capitale della dolce Malvasia, si arriva a Capriglio, che ha fatto del peperone il suo vessillo. Protagonista assoluto della cucina locale, questo ortaggio, dall’inconfondibile forma a cuore e dalla polpa molto carnosa, viene coltivato nelle terre del paese da quasi due secoli. Divenuto Presidio Slow Food, si continua a preparare, oggi come allora, sotto aceto o meglio ancora sotto vinaccia, o sotto raspa: i peperoni, interi, vengono messi dentro alle damigiane, immersi in una soluzione di aceto, acqua bollente e sale; la bocca della damigiana viene chiusa con vinacce di Freisa e riaperta solo dopo un mese, quando i peperoni saranno pronti per essere consumati.
Regina delle tavole di Piea è invece la zucca, che qui ha ottenuto la certificazione De.Co. Nei terreni intorno al paese si coltivano due tipologie di zucche: la Cucurbita Maxima (nelle varietà Delica e Iron Cup) e la Cucurbita Moscata (nelle varietà Butternut e Violina), su una superficie di circa 22 giornate piemontesi, con una produzione annua di circa 500 quintali.
Divenuta ingrediente base di risotti, creme, zuppe e flan, oppure consumata fritta o stufata, la zucca si è “appropriata” anche dei baci di dama che, nella variante dei ‘baci di Piea’, compare proprio come ingrediente principale.
Altro prodotto simbolo del territorio è il Tartufo, a cui Castelnuovo Don Bosco, Montiglio Monferrato e Cortazzone dedicano importanti fiere annuali. A Cortazzone il pregiato “diamante grigio” viene grattato di rito sui Tagliolini all’uovo, mentre a Montiglio e Montafia “si sposa” con risotti, robiole e carne cruda di Fassona battuta al coltello.
Le tentazioni “della carne”, tra Bollito e Finanziera
Chi preferisce la carne, non resterà deluso né dalla Finanziera di Castelnuovo don Bosco, ricetta contadina a base di frattaglie oggi molto apprezzata anche dai gourmet, né dal Gran Bollito Misto di Montafia, piatto simbolo del paese.
A omaggiare l’intero Menu monferrino è Viale, con i suoi Agnolotti ai Tre Arrosti e il suo Coniglio in Civet, cavallo di battaglia anche del vicino borgo di Montiglio; la ricetta prevede che il coniglio venga messo a marinare nel vino rosso per 24 ore, insieme a cipolle, sedano, carote, spezie ed erbe aromatiche, per poi essere cotto con l’aggiunta del suo fegato a pezzetti e del vino della marinatura.
Infine, da assaggiare a Cunico, gli gnocchi alla Cunichese, conditi con uno speciale ragù di carne locale.. la cui ricetta resta ancora segreta.
Eventi principali dei Comuni
Si consiglia di visitare il sito internet del Comune di interesse per maggiori informazioni e per la programmazione esatta degli eventi.
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